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We believe. We run. We have no habits.

Correva l'anno 1992: il mondo era in pieno fermento, stava accadendo qualcosa di nuovo, qualcosa che avrebbe cambiato definitivamente il panorama musicale mondiale. 



A Seattle, cittadina di “boscaioli” nello stato di Washington, nasceva per la prima volta un movimento giovanile contrario alla globalizzazione mondiale. 
Nello stesso periodo, diventavano popolari una serie di band provenienti da quella città: Nirvana, Pearl jam, Soundgarden e Alice In Chains, che “urlavano” al mondo la loro solitudine, la loro inquietudine, la loro follia.
Band giovanissime che hanno dato vita all'ultimo vero movimento musicale che ha accomunato un’intera generazione mondiale: il grunge!

Oggi come allora, il mondo è in preda al panico: la globalizzazione ha portato nel mondo occidentale una crisi senza precedenti. Oggi come allora, i negozi delle vie del centro espongono nelle vetrine le mitiche camicie a scacchi di finta flanella che hanno caratterizzato quella generazione. Oggi come allora i giovani urlano la loro solitudine, la loro inquietudine, la loro follia.

Anno 2010: Apple presenta il nuovo iPad, a Seul si svolge il G20, anonimi versano nel Lambro milioni di litri di idrocarburi, due attacchi terroristici colpiscono Mosca, negli Usa viene creata la prima forma di vita sintetica e a Milano nascono i No Habits.

Un tributo ai Pearl Jam, formatosi tanto per gioco quanto per vocazione, che ripropone lo spirito dei primissimi ragazzi di Seattle.

Una formazione comprendente musicisti che hanno fatto parte di altre tribute band italiane. Formata da cinque elementi che hanno vissuto la loro adolescenza in città con problematiche giovanili spesso simili a quelle americane da cui nasce il grunge. 

Città come Taranto e Lecce, luoghi di mare, città di impegno sociale, territori di lotte di classe, dove a volte l'unico modo per toglierti dalla strada è suonare in una band.

Energici, vitali, trascinanti i No Habits non danno tregua. 
Dalle atmosfere avvolgenti delle rock-ballads “Black”, “Immortality”, “I got shit”, alla potenza delle emozioni di storici brani come “Alive”, “Rearview mirror”, “Animal”, e “State of Love and Trust”.

Con una scaletta che include soprattutto i primi cinque album della band di Seattle, i No Habits ripercorrono con vivacità, capacità e divertimento, i brani che hanno segnato tappe rilevanti nel panorama “grunge”: “Ten”, “Versus”, “Vitalogy”. 

Alberto Pietrapertosa "The Boss"

Drums

Federico Belloni

Left Guitar, Mouth-harp

Luca Sorrentino

Bass, Vocals

Massimo Venneri

Vocals

Giuseppe Caputo

Right Guitar, Vocals

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